Mi sono preso un paio di giorni per recuperare la sbornia di emozioni, incontri, abbracci e chiacchiere, raccolte in questo fine settimana di Stranimondi 2016. Volevo scriverne con equilibrio e non sulla spinta dell'entusiasmo con il quale ho vissuto queste giornate. Ma devo dire che sono arrivato alla sera di martedì e l'effetto non si è affatto sopito. Dunque mi rassegno a trasmettervi per intero e senza filtro quanto ho provato.
Partiamo dall'inizio, ovvero dalla decisione del gruppo di autori Sad Dog di partecipare all'evento come espositori. Era una decisione consequenziale al modo in cui ci siamo mossi in questi ultimi mesi, ma non era in ogni caso una scelta scontata. Sappiamo di essere un pochino atipici rispetto allo standard editoriale e che c'è in generale una certa propensione a non prendere troppo sul serio gli autori indipendenti, ma alla fine ci è sembrata una buona occasione per farci vedere, mostrare in giro quello che stiamo facendo e constatare dal vivo come veniva accolto il nostro approccio. Alla fine, come vedete dalla foto, eravamo tutti e quattro presenti, nonostante ci fosse stato fino all'ultimo il rischio che Ilaria non riuscisse a venire alla presentazione di sabato, pericolo alla fine dissoltosi proprio in dirittura d'arrivo.
Il luogo
Milano, prima di tutto. Una città con la quale, da bravo romano, ho un rapporto di rivalità e ammirazione. Rivalità perché certe volte sentirsi valutare male per il solo fatto di essere di Roma risveglia sentimenti di rivalsa poco edificanti; ammirazione perché sono abbastanza intelligente da vedere le differenze. Il posto giusto, direi, per organizzare questo tipo di eventi, e in fondo da Roma ormai sono solo tre ore di viaggio in treno.
La struttura dove siamo stati non era certo quella dei grandi eventi, alla fine il tutto si riduce a un grande salone, dove erano allineati tutti gli editori presenti, a un paio di salette per le presentazioni, peraltro adeguate, e a un bar che nonostante le dimensioni ridotte ha saputo reggere abbastanza bene i ritmi. Non posso dire che si trattasse di una soluzione perfetta, ma sinceramente preferisco qualcosa di questo genere, dignitoso ed economico per gli operatori, piuttosto che un ambiente più dispersivo e costoso.
Promosso per me quindi l'aspetto organizzativo. La gentilezza degli operatori che ci hanno accolto, la disponibilità dei servizi più importanti, le dimensioni raccolte che se da una parte creavano un pochino di disagio, dall'altra consentivano di avere tutti a portata di mano, tutto insomma era secondo me valutabile in positivo.
Il punto di vista del visitatore
Anche se ero presente come espositore, avevo comprato un biglietto anche come visitatore, approfittando della campagna di crowfunding dell'evento. Perché se è vero che scrivo, se è altrettanto vero che mi appassiona la partecipazione in un'esperienza umana come Sad Dog, è ancor più vero che resto e sarò sempre un lettore forte e interessato. Contavo di partecipare ad alcuni degli incontri, assistere a certe presentazioni, ma fin dai primi momenti sono rimasto talmente coinvolto nella parte espositiva da dover disertare tutti gli eventi in programma, quasi senza rendermene conto. Girare tra i banchetti, parlare con autori che conoscevo solo di nome, o in maniera virtuale, abbracciarli e scambiare idee, ha occupato molto del mio tempo libero dal presidio del nostro spazio espositivo Sad Dog. E nonostante questo so di aver tralasciato ancora tante persone, amici, autori che ammiro. La verità è che in quello spazio apparentemente angusto, erano racchiusi un numero impressionante di autori e operatori del mondo editoriale da poterci passare tranquillamente una settimana. Mi rendo conto, leggendo anche altri articoli sull'evento, che il mio punto di vista può non essere condivisibile, che c'è chi ha trovato poco interessanti le presenze e gli incontri, ma non è stato così nel mio caso.
Da lettore, da visitatore, posso dire che si tratta di un'occasione a cui non si può e non si deve mancare. Il prossimo anno di sicuro si replicherà, spero senza snaturare il clima gioioso e "alla mano" della manifestazione, e credo che dovreste tutti segnarvi l'evento sul calendario e tenervi almeno una giornata libera per andarci.
Il punto di vista dell'espositore
Non avevamo grandi esperienze come espositori. Abbiamo fatto qualche piccola fiera, con un banchetto nostro o appoggiati a qualche amico editore che ci stima e ci accoglie. Ma questa in un certo senso era la prima uscita di un certo rilievo e non sapevamo bene cosa aspettarci. Abbiamo preso un piccolo spazio, sufficiente comunque per presentare le nostre pubblicazioni di questo primo anno di vita come Sad Dog. L'effetto nell'insieme non era male, come potete vedere dalla foto, che dite?
Durante le due giornate sono stati registrati credo un ottocento visitatori, saremo forse arrivati a mille considerando qualcuno che ha preferito non registrarsi e sgattaiolare all'interno (ma l'entrata era gratuita). Dunque non numeri da far tremare i polsi rispetto a tante fiere più famose e generaliste. Quello che distingue Stranimondi da queste ultime è la qualità dei visitatori. Qui non abbiamo avuto la famigliola che va a passeggio e si imbatte casualmente nella fiera del libro di turno, ogni visitatore con cui abbiamo interagito era venuto sapendo bene cosa veniva a vedere. Le persone davvero interessate erano quindi tantissime. Abbiamo incontrato collezionisti, appassionati, molti lettori che scrivono (come mi piace chiamare gli aspiranti scrittori che leggono), tutta gente insomma ben disposta verso il tipo di scrittura che ci piace di più.
Esperienza quindi per noi estremamente gratificante. Molti si sono incuriositi per il nostro approccio, qualcuno con reale entusiasmo, raramente dimostrando perplessità acritica. Non è stata solo un'occasione di vendita di qualche copia dei nostri lavori, ma anche un grande momento di confronto con il pubblico a cui ci rivolgiamo. Abbiamo di certo imparato qualcosa e spero ancora impareremo dai feedback che spero questi nuovi lettori ci vorranno dare una volta completata la lettura dei nostri racconti. Anche l'incontro con i tanti editori presenti è stato proficuo.
Oltre ai nostri libri abbiamo "spacciato" anche le copie del Lettore di Fantasia, distribuite sia al banchetto, che da me a mano girellando per la sala. Anche questa rivista è stata accolta con grande entusiasmo, altra conferma che ci trovavamo di fronte a un pubblico particolarmente sensibile.
Conclusioni
Credo non ci sia molto da aggiungere. L'esperienza è stata molto positiva, ci siamo divertiti e stancati, siamo credo un po' cresciuti e abbiamo fatto progetti per il futuro. Ora cercheremo di tornare con i piedini (o piedoni a seconda dei casi) per terra e ci metteremo di nuovo al lavoro per continuare in questo percorso. Di certo se ne avremo la possibilità saremo presenti anche il prossimo anno.
Per intanto voglio ringraziare tutti quelli che ho incontrato, che ho abbracciato, a cui ho parlato (lo so, sono un chiacchierone) e lagnarmi per quelli che non sono riuscito a incontrare nonostante fossimo per due giorni nello stesso stanzone. Credetemi avrei voluto avere il tempo di stare almeno mezz'ora con tutti, ma era fisicamente impossibile. Un ultimo ringraziamento ai miei compagni di viaggio, Diego, Ilaria, Lorenzo e gli altri amici che hanno condiviso con noi un pezzetto di Sad Dog. Non è facile incontrare un gruppetto di persone insane di mente come noi, ma al tempo stesso pazienti e ragionevoli.
Un grazie speciale anche a Valentina di Gainsworth Publishing, senza la quale probabilmente non ci saremmo mai incontrati. E chiudo facendomi e facendoci un augurio particolare: In bocca al drago!
m.p.